Il doppio salto di classe per beneficiare dell’Ecobonus

L’articolo 119 del Dl 34/20 dispone, ai commi 1, 2 e 3, che le detrazioni per interventi di efficienza energetica si applichino nella misura del 110% per le spese sostenute (dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021) per tre tipologie di interventi definiti trainanti, un o riguarda il sismabonus mentre gli altri interessano il cappotto e il cambio dell’impianto di riscaldamento.
Il «cappotto»

Il primo intervento “trainante” è rappresentato dall’isolamento termico delle superfici opache verticali, orizzontali e inclinate che interessano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio medesimo. I materiali isolanti utilizzati devono rispettare i criteri ambientali minimi (Cam) di cui al Dm 11 ottobre 2017. I decreti attuativi prevedono un incremento prestazionale dei requisiti per l’accesso alla detrazione. Gli interventi iniziati prima della loro entrata in vigore possono fruire dei più “blandi” limiti previsti dal decreto del 26 gennaio 2010. Differenti sono le soluzioni tecnologiche utilizzabili per garantire il requisito richiesto, e queste tecnologie non sono esclusive tra loro. Si possono avere tre possibili soluzioni di intervento, non per forza esclusive tra loro:

1. isolamento dall’esterno, o “cappottatura”: si tratta uno strato isolante posto sulla superficie esterna delle pareti disperdenti. La soluzione è ottima per risolvere la maggior parte dei cosiddetti «ponti termici», ovvero i punti in cui vi sono discontinuità (geometriche o di materiale) che generano un incremento delle dispersioni termiche. Qualora l’edificio rientri nel campo di applicazione della legislazione antincendio, gli isolanti dovranno essere conformi a quanto previsto per evitare la propagazione di un eventuale incendio;
2.isolamento in intercapedine, o “insufflaggio”: si tratta dell’inserimento di materiale sfuso nelle intercapedini vuote delle pareti. Le pareti a cassa vuota rappresentano del resto un elemento tipico negli edifici costruiti dal secondo dopoguerra in avanti. Meno invasivo esteticamente del cappotto, l’insufflaggio presenta un grosso limite: non risolve i ponti termici, e rischia di non garantire il rispetto dei requisiti previsti dal Dm 26 giugno 2015 “Requisiti minimi”, nonché le sue declinazioni regionali;
3. isolamento dall’interno, o “cappotto interno”: consiste nella posa dell’isolante sulla superficie interna delle pareti. È una soluzione invasiva, che opera su parti private dell’edificio (mentre la facciata è condominiale) e richiede quindi l’autorizzazione dei singoli occupanti delle varie unità immobiliari. Tale soluzione deve essere attentamente progettata in quanto si rischia la formazione di condensa interstiziale (ovvero, all’interno della struttura).

Il nuovo impianto

Il secondo intervento “trainante” è la sostituzione (globale o parziale) di un impianto di riscaldamento esistente con un impianto a pompa di calore o con caldaia a condensazione o con sistema di microcogenerazione. Una pompa di calore funziona “pompando” energia da uno spazio a temperatura più bassa a uno a temperatura più alta. Viene garantito quindi un passaggio di calore secondo un percorso opposto a quello che si verificherebbe in natura (in quanto il calore tende a spostarsi dalla zona calda a quella fredda). Un vantaggio delle pompe di calore è che, se opportunamente costruite, pos- sono lavorare tanto per scaldare quanto per raffreddare. Le pompe di calore sono adatte per lavorare abbinate a un sistema fotovoltaico, in grado di produrre l’energia a loro necessaria per funzionare.
Qualora si operi in condominio, la sostituzione dell’impianto di riscaldamento esistente può essere seguita dall’installazione di un impianto a pompa di calore o con caldaia a condensazione. La caldaia a condensazione rappresenta la soluzione più efficiente quando si voglia ricorrere alla tecnologia della combustione. Deve il suo nome alla capacità di recuperare il calore contenuto nei fumi di combustione che, pertanto, raffreddandosi, parzialmente condensano.

Ricordate però che la sostituzione di un impianto di riscaldamento con impianto con caldaia a condensazione difficilmente è in grado di garantire il duplice salto di classe richiesto per ottenere la detrazione del 110%: sarà necessario effettuare altri interventi congiunti volti a ridurre le dispersioni termiche dell’involucro.

 

* fonte: Bonus 110% La guida Completa – Gli Speciali de Il Sole 24 ore
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